PRICE CUP SUL GAS - ETTORE LEMBO NEWS

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Price cup sul gas.
Dopo il trionfalismo,
forse, il nulla?

“Il tetto del prezzo del gas è una grande vittoria italiana” questo ha dichiarato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni  al termine del Consiglio Affari Energia dell’Unione Europea.
Toni trionfalistici a cui si è unito anche il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica italiano, Gilberto Pichetto Fratin, dichiarando "È vittoria dell'Italia".
L’Intesa, che è stata votata, con il voto contrario dell'Ungheria e l’astensione di Olanda ed Austria, entrerà in vigore dal 15 febbraio e prevede che se il prezzo del gas al TTF, mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale, sarà per tre giorni consecutivi sopra i 180 euro e che il suo differenziale rispetto agli indici di riferimento globali sarà di 35 euro, scatterà il blocco del prezzo a 180 euro a megawatt ora.
Due, conseguentemente, le condizioni che contemporaneamente dovranno verificarsi per far scattare il meccanismo.
"Con questo meccanismo l'Europa sarà meglio preparata per la prossima stagione invernale e per il nuovo round di riempimento degli stock, che sarà più impegnativo di quest'anno" ha dichiarato la commissaria Ue per l'Energia, Kadri Simson.
La  Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha aggiunto che le misure "consentiranno all'Ue di prepararsi al prossimo inverno in maniera più efficace e di velocizzare la messa in campo delle fonti rinnovabili".
Cosa comprendiamo da tutto questo noi “cittadini semplici” ed avvezzi all’orticaria quando temiamo di essere stati presi per i fondelli da coloro che ci governano?
In primo luogo che questo inverno terminerà senza che l’Unione Europea abbia saputo dare un segnale di compattezza e di capacità fattiva nel trovare una soluzione alla necessità di contenere il prezzo dell’energia delle famiglie e delle imprese. Evidente il fatto che non vi sia unione nella decisione e che la stessa mantenga una impostazione finanziaria e speculativa nella determinazione del prezzo per l’utente finale.
In secondo luogo che si voglia continuare a mantenere al centro della politica energetica europea le fonti rinnovabili senza assolutamente dare impulso a scelte energetiche che possano realmente modificare la nostra dipendenza da poteri esterni all’Europa.
In terzo luogo queste dichiarazioni ci dicono che la guerra in Ucraina durerà ancora a lungo, fatto che vedrà gli stessi che non fanno nulla per portare l’occidente alla pace incolpare la Russia di non volere la pace.
La quarta questione, però, sembrerebbe la più spinosa. Siamo così certi, infatti, che un così complesso meccanismo farà scattare un reale taglio dei costi del gas?
Per noi “cittadini semplici” sarà facile comprenderlo ogni qual volta andremo a pagare la nostra bolletta del gas o della corrente elettrica.
Infine, giusto per non dimenticarcelo, se la nostra bolletta, sia in famiglia che in azienda, sarà calmierata con sovvenzioni a deficit da parte del nostro governo, ricordiamoci che quel deficit lo pagheranno i nostri figli che saranno sempre più schiavi dei debiti della nostra amata Italia.
Forse è arrivato il tempo di cambiare passo lavorando sul serio ad una pace credibile in Europa, ghettizzando tutti coloro che vogliono la guerra nel nostro continente e non solo Putin, impedendo che altri focolai e tensioni si accendino nei Balcani, smettendo di implementare politiche “green” a senso unico visto che l’inquinamento è globale e che Cina, India e Stati Uniti da soli producono la stragrande maggioranza di CO2 sulla terra e  ricordandoci che dobbiamo dare un futuro ai nostri figli.
Futuro che, noi “cittadini semplici”, non vorremo che si basi sulla “decrescita felice” che, poi, riguarda sempre solo “noi” visto che “loro” sono sempre più “ricchi e felici”.
Ignoto Uno
21/12/2022
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