HAMAS NON E' UN INTERLOCUTORE - ETTORE LEMBO NEWS

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Hamas non è un interlocutore. Lo Stato Palestinese sì.
Nel sentire quanto i tanti opinionisti dichiarano su quanto sta accadendo al confine fra Stato d’Israele e Striscia di Gaza ho difficoltà a comprendere molte cose.
Indubbiamente nella Striscia di Gaza vivono poco meno di due milioni di persone, la grandissima maggioranza definibili come ostaggi del gruppo terrorista Hamas.
Questo semplice concetto, almeno per un “cittadino semplice” come me, non viene dichiarato dalle Nazioni Unite, sarebbe interessante capirne la ragione.
Il governo di Israele ha in più occasioni comunicato ai civili che vivono nella Striscia di lasciare il territorio, al fine di non rischiare la vita, spostandosi in Egitto attraverso il varco in essere.
Il governo egiziano, presieduto da Al Sisi, ha ribadito più volte che il varco è tutt’ora aperto.
Hamas non permette ai civili di lasciare lo scenario di guerra. Nessun altro.
Anche in questo caso le Nazioni Unite e molti opinionisti tacciono, tantomeno stigmatizzano.
Ancora, il Segretario di Stato americano Blinken, durante la sua visita a Tel Aviv, ha dichiarato di aver preso visione delle prove di quanto dichiarato dal governo israeliano in ordine a bambini, molti bambini, sgozzati dai terroristi di Hamas durante il primo giorno della loro scellerata azione.
Anche in questo caso le Nazioni Unite non hanno rilasciato dichiarazioni formali sul tema.
Egualmente nulla hanno dichiarato gli Stati Arabi.
Hamas è una organizzazione terroristica islamica che ha nello statuto l’annientamento dello Stato d’Israele.
Non conosco nessuno che vorrebbe “trattare” con chi ha come unico suo scopo di esistere l’annientarlo.
Hamas vinse le elezioni politiche nella Striscia di Gaza dieci anni fa per, poi, uccidere gli oppositori e creare uno stato dittatoriale nel territorio.
Hamas, attraverso l’infame gesto di trucidare dei bambini, è entrato nella storia come unica organizzazione terroristica che ha ucciso volutamente e massivamente bambini. Unico precedente l’assassinio di un bambino da parte dei Drusi. Un bambino, atto terrificante ed esecrabile, ora Hamas ne ha trucidati molti di bambini.
Hamas è il primo nemico dell’idea di uno Stato Palestinese autonomo, della idea politica “due popoli due Stati” infatti promulga l’idea dello “Stato Islamico”, non di uno Stato Laico Palestinese.
Io, sempre “cittadino semplice”, sarei lieto di comprendere come le Nazioni Unite e gli opinionisti italici pensino debba essere un percorso che traguardi una vera e stabile pace in quella parte del mondo se, prima, non si “estirpa” una organizzazione terroristica che ha le caratteristiche statutarie ed i comportamenti sopra ricordati.
Qualcuno dei ben pensanti reputa veramente, ancora oggi, che si possa trovare uno spazio politico condiviso con questa organizzazione?
Qualcuno dei ben pensanti potrebbe passare dalla fase dei veti a quella delle soluzioni?
Magari concrete ed attuabili.
Qualcuno dei ben pensanti potrebbe spiegare a noi “cittadini semplici” le motivazioni che portarono le cancellerie europee a non supportare politicamente la strategia del Presidente Trump dei “Patti di Abramo”?
I medesimi “Patti di Abramo” che oggi, dagli stessi ben pensanti, vengono dichiarati essere stati un tentativo per togliere le strumentalizzazioni sul popolo palestinese compiute dagli stati arabi dando un primo fattivo e diretto spazio di dialogo fra il mondo arabo sunnita e lo Stato d’Israele attraverso l’apertura di sedi diplomatiche.
Il popolo palestinese e lo Stato Palestinese sono il vero obiettivo dell’azione terroristica di Hamas.
Questa vuole raggiungere la stessa idea che fu del ISIS di Stato Islamico, esattamente opposta a quella di stati sovrani, fra questi un libero e pacifico con tutti, anche con Israele, Stato di Palestina.
La “pace” ovunque, ancor più in medio oriente, non può essere raggiunta con la sopraffazione dell’altro.
La “pace” si costruisce attraverso il raggiungimento dell’equilibrio fra tutti gli interessi rappresentati da coloro che hanno titolo a parlare in nome e per conto dei propri popoli.
Israele per i suoi cittadini, ebrei o non ebrei che siano. Stato di Palestina per il proprio popolo. Singoli Stati Arabi in egual misura.
I terroristi non rappresentano nulla di tutto questo, devono essere definitivamente messi nella condizione di non nuocere.
Non si media con il terrorismo, con i terroristi non si fanno accordi.
L’Italia vinse la lotta con il terrorismo perché, con enorme dolore e sofferenza, seppe non mediare con le Brigate Rosse prima durante il sequestro del giudice Mario Sossi e, poi, durante quello del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.
Scelte dure, la prima voluta fortemente da un uomo di Stato quale il Generale Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Uomo che seppe andare anche contro quei politici e quei magistrati che avrebbero voluto “trattare” aprendo così una deriva che non sappiamo dove avrebbe portato la nostra amata Patria italiana.
Scelte dure che videro un grande Papa, Paolo VI, chiedere pubblicamente durante il rapimento del Onorevole Aldo Moro ai “Signori delle Brigate Rosse di liberare il Presidente Moro senza porre condizioni”.
Scelte dure quelle a cui è chiamato l’esecutivo di guerra israeliano oggi.
Da un lato la tutela di lungo periodo del popolo dello Stato d’Israele, dall’altro il dover cercare una soluzione che, rendendo definitivamente impossibile il ripetersi di atti nefandi come quelli recentemente compiuti dai terroristi di Hamas, salvaguardi il più possibile la vita degli ostaggi.
Ostaggi che sono quelli catturati dai terroristi il 7 ottobre nelle prime ore del raid di queste belve, ostaggi che sono i quasi due milioni di palestinesi della Striscia di Gaza  da un decennio.
Una domanda, sempre da “cittadino semplice”, cosa ha prima detto e, magari, dopo fatto l’ONU in questi dieci anni per estirpare da Gaza questi sequestratori di un popolo di due milioni di persone?
Il risultato dell’operato delle Nazioni Unite nello scenario della Striscia di Gaza lo vediamo perfettamente in queste ore e, almeno ad un “cittadino semplice” come me abituato a misurare le cose, il risultato sembra pessimo.
Agli opinionisti nostrani, dopo la estremamente condivisibile esortazione di “salvare i civili e gli ostaggi”, il ricordo di Paolo VI.
Con i terroristi non si tratta, con gli Stati sì.
Proprio basandomi su questo principio vorrei, io sempre “cittadino semplice”, vedere una tregua in quel di Ucraina che permetta la definizione di una “pace possibile” fra la Federazione Russa ed il governo Ucraino, unici attori che dovrebbero essere chiamati a decidere del loro futuro, e lo ristabilire di regole democratiche in quel della Striscia di Gaza, estirpando i terroristi, per permettere un vero tavolo di trattativa fra lo Stato d’Israele e lo Stato di Palestina ed addivenire, dopo settanta anni, ad una, la migliore possibile, convivenza in pace fra questo due popoli.
Il resto sono solo chiacchiere.
Ignoto Uno
14/10/2023
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