Zuppi Convertiti!

L’editoriale di Antonio Socci, pubblicato domenica 15 giugno su Libero con il titolo provocatorio “Avvenire esagera. E Papa Leone deve correggerlo”, ci offre lo spunto per approfondire una riflessione che da tempo solleviamo: il clima all’interno del Vaticano è cambiato radicalmente con l’ascesa di Papa Leone XIV.
Non si tratta di semplici percezioni, ma di fatti concreti e questioni irrisolte che il Vicariato di Roma non ha ancora chiarito. Prendiamo ad esempio il Giubileo dei giovani, accompagnato da un contratto milionario: 9,6 milioni di euro per 1.200.000 pasti, con una clausola che prevede il versamento del 50% alla firma, ad oggi non ancora effettuato, tanto da rendere necessario l’intervento degli uffici legali. Non parliamo di spiccioli, ma di cifre importanti e di un episodio che getta ombre sull’intera organizzazione.
E che dire dello sconcertante caso legato al Vicariato di Roma? Un convegno organizzato presso la Casa Bonus Pastor, con tanto di effige ufficiale del Vicariato – insegne papali comprese – affiancata al logo della Democrazia Cristiana. Dopo la nostra denuncia, in segno quasi di sfida, la sede è stata semplicemente spostata… ma sempre all’interno di una struttura ecclesiastica. Cambia solo che le insegne papali sono sparite.
Nel frattempo, restano avvolti nel silenzio gli episodi di accoglienza di immigrati nei locali diocesani, collocati all’interno di una parrocchia nei dintorni di Roma. Un fenomeno che suscita interrogativi legittimi, ma che continua a essere trattato con riserbo.
Eppure, fin dal suo insediamento, Leone XIV ha dato indicazioni chiare e inequivocabili. Ecco perché leggere oggi Avvenire – unico quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, la cui linea editoriale è guidata ogni mattina dal Cardinale Matteo Zuppi – che di fatto sconfessa il Papa, appare sconcertante.
Solo ieri, Leone XIV ha espresso una posizione chiara sul conflitto tra Israele e Iran, affermando con forza: «Nessuno dovrebbe mai minacciare l’esistenza dell’altro». Parole semplici, ma decisive, che non lasciano spazio a interpretazioni ambigue.
È sorprendente che il giornale dei vescovi non riesca a cogliere la portata di queste dichiarazioni, e continui invece a scivolare in un pregiudizio ideologico evidente. Ancora più sorprendente è il silenzio su figure come Donald Trump, che ha tentato in ogni modo di fermare l’escalation iraniana. Il Pontefice è stato chiaro: «È dovere di tutti i Paesi sostenere la pace, promuovendo percorsi di riconciliazione e soluzioni che garantiscano sicurezza e dignità per tutti».
Si potrebbe ipotizzare che l’editoriale di Avvenire sia stato scritto prima delle parole del Papa, magari nel pomeriggio di venerdì. Ma anche in quel caso si tratterebbe di un fatto gravissimo, che – come suggerisce Socci – dovrebbe portare a dimissioni eccellenti.
Sempre più evidente è il disallineamento tra il Cardinale Zuppi, i vescovi a lui vicini, e Papa Leone XIV.
Basti pensare alla partecipazione delle ACLI a una manifestazione tenutasi a Marzabotto – luogo simbolo della strage nazista – intitolata “Save Gaza – Fermate il governo di Israele”. L’evento, promosso da oltre 130 realtà (tra cui ARCI, ANPI, CGIL e numerosi Comuni emiliani), ha visto tra i presenti il segretario CGIL Maurizio Landini, la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi e il presidente dell’UCOII Yassine Lafram.
«Avevamo bisogno di una manifestazione di popolo, pubblica, larga e vasta», ha dichiarato l’organizzatore Alberto Zucchero. «Qui, dove in pochi giorni furono uccisi tanti bambini, donne e anziani, si compì una strage in cui la dignità umana fu calpestata. Penso si possa fare un paragone con quanto sta accadendo a Gaza».
Un messaggio chiaramente politico, che stride con le parole pronunciate dal Papa domenica scorsa da San Pietro.
«Continuiamo a pregare per la pace in Medio Oriente, in Ucraina e nel mondo intero», ha detto Leone XIV all’Angelus.
A questo punto è lecito domandarsi: il Cardinale Zuppi e i vescovi che lo seguono intendono riconvertirsi e allinearsi finalmente alle indicazioni del Papa, oppure ritengono di poter restare nei loro incarichi mantenendo una linea opposta a quella del Santo Padre?
Nel frattempo, i sondaggi, in particolare l'ultimo promosso da Lab 21 unitamente alle consultazioni popolari parlano chiaro: la linea di Leone XIV è quella che più raccoglie consenso tra i fedeli e nell’opinione pubblica. Al contrario, le posizioni ideologiche di una certa parte ecclesiale – così vicina a partiti che si definiscono “democratici” ma tradiscono nei fatti i loro stessi principi – sembrano sempre più isolate.
Per questo, ci rivolgiamo direttamente al Cardinale Zuppi e a quanti camminano con lui: è tempo di scegliere. È tempo di tornare al Vangelo, alla Chiesa, al Papa. È tempo di convertirsi.
Ettore Lembo
17/06/2025