SPOT DI NATALE ... MA NON SOLO - ETTORE LEMBO NEWS

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Spot di Natale … ma non solo.
Lo spot pubblicitario del Charlie’s bar è stato definito il più bello sul Natale in questo anno.
Lo riporta l’Agenzia Ansa e lo rilanciano tutte le televisioni nazionali in queste ore.
È stata una ricerca voluta da John Lewis, famoso per le sue campagne natalizie, a premiare questo spot di un pub dell’Irlanda del Nord come “il migliore dell'anno”.
Lo spot, prodotto con un telefonino e costato settecento euro, questo viene dichiarato, parla di un anziano solo che porta, emozionandosi, un mazzo di fiori sulla tomba della moglie, nessuno gli rivolge la parola, chi incontra evita il suo sguardo.
Infine si siede in un pub, Charlie’s bar appunto, tipico locale irlandese ove si può chiedere una birra.
Nell’entrare una giovane coppia, una donna con il suo fidanzato con il loro cagnolino, prima gli cedono il passo all’ingresso, dopo, a causa del cane e comprendendo che l’anziano è solo, si siedono con lui a bere una birra ed a parlare.
Cose di un tempo, cose da persone che vogliono vivere con il modo “educato” di un tempo, cose semplici ma vere.
Lo spot chiude con un messaggio “Non ci sono estranei, ma solo amici che non conosci ancora”.
Quanti i contenuti in questo spot!
Il primo è la ricerca di “normalità”, di “tradizioni”.
Questo spot, perché non dovremmo dirlo con chiarezza, parla di tutto quello che un certo mondo vuole “sradicare”, “distruggere”, “superare”.
Parla del ”rispetto delle emozioni”, parla del “rispetto del dolore perché l’amata di una vita non c’è più”, parla “del rispetto degli anziani”, parla “del rispetto degli animali”, parla “di buona educazione”, parla della “coppia tradizionale”, parla della “importanza della tradizione orale”, l’anziano che parla con i giovani venendo rispettato da questi.
Nessuna giovane donna semi nuda nello spot, nessun uomo “palestrato”, nessun ammiccamento “gender”, nessun messaggio “ecosostenibile” forzato.
Nello spot si vede una tipica cittadina irlandese, pulita e ben manutenuta, un cimitero ove il dolore si rispetta attraverso il mantenere il luogo ordinato, una panchina con un signore che legge il giornale, un locale con sedute tipiche di un pub.
Cose semplici, cose “normali”.
Eppure emoziona.
Gli studiosi di marketing direbbero che “passa”. “Passa” così tanto da aver reso famoso un piccolo pub nel mondo.
Molto probabilmente altri, quelli che si auto celebrano come moderni e ben pensanti, lo definiranno “reazionario”.
Sono certo che a molti come me, “cittadini semplici”, persone che si annoiano un po’ a vedere solo giovani donne discinte nelle trasmissioni di intrattenimento televisivo e, poi, sentire parlare tanto di “patriarcato” e di “femminicidi”.
Io, “cittadino semplice, un po’ antico ed attempato, che ama e rispetta le donne, ancor più le ‘mie donne’”, aborro i femminicidi e mi disgusto nel vedere una cultura ove avvengono. Mi disgusto ancor di più allorquando ne sento tanto parlare da chi, contemporaneamente, ritiene che si debba accettare che nella mia amata Patria, quella Italia che si è formata su valori e simboli giudaico Cristiani, si debba accettare di vedere donne segregate in casa o con il velo per strada che camminano un passo dietro al “loro” uomo perché vanno “rispettate le tradizioni degli altri”.
Sono certo che a molti come me, “cittadini semplici”, persone che si annoiano un po’ a vedere solo parlare di “ambiente” e, poi, sono costretti a vivere in una città ove i cumuli di immondizia raggiungono vette  da “scalata del Monte Bianco”.
Sono certo che a molti come me, “cittadini semplici”, persone che si annoiano un po’ a vedere solo parlare di “ambiente” e, poi, sono costretti a vivere in una città dove i parchi comunali sono abbandonati a loro stessi e resi pericolosi da ogni punto di vista.
Sono certo che a molti come me, “cittadini semplici”, persone che si annoiano un po’ a vedere solo parlare tanto di “ambiente”, di cultura “green, di “automobili elettriche”, di “parchi eolici e pannelli solari” e, poi, deve vedere le file di centinaia e centinaia di persone di mezza età fare la coda alla mensa della Caritas perché hanno perso il lavoro a causa delle tante aziende fallite per la cultura “green”, quella che delocalizza nel far east per intenderci.
Sono certo che a molti come me, “cittadini semplici”, persone che si annoiano un po’ a vedere solo parlare tanto di “diritti alla maternità surrogata” e, poi, deve vedere tanti italianissimi bambini vivere, orfani o abbandonati, nelle “case famiglia” mentre coppie di giovani uomini e donne, altrettanto italianissimi, che anelano di poter adottare un bambino, magari neonato e non quindicenne, non riescono a realizzare nella nostra amata Italia il loro  “sogno di genitorialità” e devono rivolgersi ad “organizzazioni umanitarie” che permettono loro di adottare bambini africani o sud americani. Che puzza, vero fetore, di “mercato” in tutto questo! Che puzza, vero fetore, di “mercanti”. Proprio quei “mercanti” che duemila anni fa furono cacciati dal tempio proprio da Colui che, oggi, molti utilizzano come riferimento per rappresentarsi agli altri come “benefattori”.
Sono certo che a molti come me, “cittadini semplici”, persone che si annoiano un po’ a vedere solo parlare tanto di “bontà” e, poi, vivere in un mondo che è stracolmo di spot televisivi ove si chiede di donare “nove euro al mese” per questo o quest’altro, neanche le donazioni sono più spontanee!
Noi, sempre “cittadini semplici” tanto annoiati e disillusi, ci chiediamo il perché di tanta bontà verso i bambini cechi africani e altre immani tristezze e tanta poca bontà verso gli italiani in difficoltà, saremo “cattivi” ma ci vien, spesso non sempre, da pensare assai male.
Sono certo che a molti come me, “cittadini semplici”, persone che si annoiano un po’ a vedere solo parlare tanto di “migranti” ed ONG fa un po’ tanto schifo il leggere di “traffico di migranti” e temere di leggere in un prossimo futuro di “traffico di organi”.
In fondo siamo “cittadini semplici”, non “cittadini acefali”.
Oggi vediamo questo spot, niente più “baci fra uomini o fra donne” per proporre un panettone, niente pannelli solari, niente macchine elettriche, niente uomini o donne sugli yacht, niente macchine di lusso o ville magnifiche ed irraggiungibili a noi “normali”, niente locali super lussuosi.
Oggi vediamo questo spot con un cagnolino che tanti hanno, due giovani felici fra loro, un anziano che ha ancora tanto da donare agli altri, un pub alla portata di tutti e pensiamo che quel modo di vivere ci piaceva. Anzi ci continua a piacere.
Oggi vediamo questo spot e pensiamo che tutti questi “opinionisti” che ci propongono, spesso impongono, la loro “modernità” ci hanno un bel po’ stufato.
Io, “cittadino semplice” che non ha paura di vedersi puntare il dito contro perché vuole vivere in un mondo che qualcuno vuole cancellare, vedo questo spot e penso che, dato che è stato definito come “il più bello di questo Natale”, vuol dire che non sono solo.
Non sono solo a voler vivere in un mondo “colto ed antico”, così racconterei il “mio mondo”. Un mondo ,non massificato e vuoto, ove tutti vengono rispettati nelle loro “idee e differenze” perché rispettano quelle degli altri. Un mondo che non “giudica” gli altri e non “pretende” di stravolgere le tradizioni degli altri.
Felice, nel rispetto di me stesso e dei miei valori retrò per alcuni ma non per me, in onore di chi ha saputo emozionarmi con queste immagini vado a bere, insieme ai miei affetti, una bella birra fredda, anzi no, da “italiano antico”, un bel bicchiere di vino mentre predispongo la mia casa a “vivere il Natale” adornata da un albero di Natale ed un presepe.
Ignoto Uno
01/12/2023
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