25 Aprile e 1 Maggio, festività civili e religiose
diventate monopolio esclusivo della sinistra ideologica.
Chissà se anche il Conclave subirà la stessa sorte …

Sono appena trascorse due festività assai vicine tra loro, ma che dividono da sempre la popolazione Italiana a causa della strumentale ideologizzazione della sinistra.
Strumentalizzazione che sempre più viene spinta e, rafforzata oggi, da una ventata contro le destre, non solo in Italia ma in tutta Europa.
Romania e Germania sono i casi più eclatanti, a rilievo di quanto poco conti il volere popolare.
Non è un caso che vengano invalidate in Romania, le elezioni che hanno visto le destre ricevere numerosi consensi.
O come la Francia, che prendendo ad esempio i “cugini”, con leggi elettorali assai discutibili, non ha permesso agli eletti di destra di governare.
Ed oggi, come si legge in questi giorni che precedono le elezioni, anche la Germania vuol fermare quel partito che rischierebbe forse di prendere oltre il 33% dei consensi, ma che non appartiene a quella ideologia che ...
Si tratta di situazioni che devono indurre alla riflessione soprattutto se consideriamo quanto spesso anche le varie Corti di Giustizia Internazionali, intervengano …
Ma torniamo alle nostre ultime festività che oramai sono state occupate da precisa matrice ideologica, togliendole alla fruizione di tutta la popolazione, prescindendo dal colore politico ed ideologico.
25 Aprile, Anniversario della liberazione d’Italia dall’occupazione nazista.
Su proposta del Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi, 22 Aprile 1946, il Principe e Luogotenente del Regno d’Italia Umberto II di Savoia, emanò un decreto legislativo luogotenenziale con: Disposizioni in materia di ricorrenze festive, che all’art.1 stabiliva: “A celebrazione della totale liberazione del territorio Italiano, il 25 Aprile 1946 è dichiarato festa Nazionale.” D. Leg. Luogotenenziale del 22 Aprile 1946, n. 185, art.1
Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia di Mercoledì 24 Aprile 1946
Decreto riproposto negli anni 1947 e 1948, fin quando nel 1949, il 25 aprile fu stabilmente istituzionalizzato insieme alla festa della Repubblica Italiana del 2 giugno.
Non entriamo nel merito delle contrapposizioni storiche che ci allontanano dai fatti reali e che oramai sono assai lontani, ma riportiamo le frasi rilasciate in una intervista da un grande giornalista, Idro Montanelli, che ha vissuto quei tempi e che visse la liberazione dall’occupazione tedesca e dalla resistenza, quest’ultima tanto decantata …
Idro Montanelli: “Perché la resistenza, chiamiamola col finalmente col suo nome, non fu una resistenza ai tedeschi fu una guerra civile fra italiani. Ci furono delle lotte che i Partigiani fecero contro i repubblichini e delle lotte interne alle formazioni Partigiane perché l'elemento comunista voleva il monopolio assoluto della Resistenza.
Fu una bruttissima guerra che continuò anche dopo la resistenza.
Anche dopo la fine della guerra a dimostrazione che la resistenza non era stata ai tedeschi, era stata da italiani ad altri italiani e continuo con le Foibe.
Queste non furono non furono farina del sacco italiano. Furono gli slavi che fecero queste, ma d'accordo coi comunisti italiani.
Il triangolo della morte e viceversa fu la continuazione della guerra civile e fra italiani.”
Le parole di Indro Montanelli, evidenziano una contrapposizione tra gli stessi italiani, sfociata in guerra civile, in essere allora, ma che ancora oggi non sembra essere stata superata, anzi, per volontà di pochi ma rumorosi seguaci, risulta essere ancora pericolosamente viva e pronta ad esplodere.
Guerra che sembra si stia allargando in tutta Europa, nonostante la caduta del Muro di Berlino, e quella che sembrava essere la fine della “guerra fredda”.
Ancor di più, si evidenzia la frattura, mai sanata in Italia, quando asserisce: “Ci furono delle lotte che i Partigiani fecero contro i repubblichini e delle lotte interne alle formazioni Partigiane perché l'elemento comunista voleva il monopolio assoluto della Resistenza.” Si evidenzia come ad oggi quel monopolio sia fortemente sentito e voluto, anche se abusato, al punto che ci si è appropriati dello scopo di una festa che aveva ben altro significato, tanto da trasformarla in una pericolosa “guerra” ideologica.
Anche il 1 maggio è oggi di fatto una festa Ideologica, monopolizzata, attraverso l’Internazionale di Londra prima e di Parigi poi a quella sinistra che non è aperta al dialogo ma che impone la propria cultura.
1 Maggio, Festa di San Giuseppe Lavoratore o Artigiano, secondo i calendari, Patrono dei lavoratori, istituita ufficialmente da Pio XII il primo maggio 1955 per aiutare i lavoratori a non perdere il senso del lavoro cristiano, anche se Pio IX, beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 2000, tra il 1846 e 1878 aveva riconosciuto l’importanza di San Giuseppe come lavoratore e rappresentato con un Giglio in mano.
Fu al Congresso Internazionale di Parigi del 1889 che diede vita alla Seconda Internazionale che il 1 maggio fu dichiarata ufficialmente festa dei lavoratori e fu adottata in alcuni paesi nel mondo.
I primi festeggiamenti di cui si ha notizia in Italia, prima non sembrano esserci fonti, si hanno a Torino nel 1890 mentre i filmati che attestano una sorta di documentazione, si hanno nel 1913 ad Andria.
Dal 1923 al 1945, i festeggiamenti per la festa del lavoro, così definita, si svolsero il 21 Aprile in coincidenza del “Natale di Roma”, ma erano proibite le manifestazioni.
Fu nel 1946 che la festa tornò ad essere celebrata il 1 maggio, purtroppo l’anno dopo, nel 1947 fu funestata dall’eccidio di Portella della Ginestra (PA).
Eccidio Ricordato con una lapide lì dove la Banda di Salvatore Giuliano fece 14 vittime e circa 50 feriti.
È solo dal 1990 che i sindacati CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, hanno istituito il “Concerto del 1 Maggio” divenuto poi simbolo di questa festa e polo di aggregazione ideologica per i giovani, forse strumentalizzati anche attraverso i propri idoli.
E, che questa possa essere diventata una festa fortemente divisiva e manifestamente di parte, lo dimostra il fatto che non si effettuano commemorazioni in ricordo di quei gravissimi fatti che iniziano dal 1° maggio di ottant'anni anni fa, quando le truppe jugoslave entrano a Trieste e a Gorizia, dopo aver occupato tutta la Venezia Giulia sull’onda della ritirata dell’esercito nazista.
Fatti cui si cominciò a parlare solo dopo il 1975 (trattato di Osimo)
Inizia così, proprio nei primi di maggio del 1946, per le città martiri di Trieste e Gorizia, la mattanza di italiani in particolare, ma non solo: chiunque non manifestava apertamente il consenso all’occupazione titina veniva arrestato sommariamente "processato" e liquidato.
Riferimento chiaro quello di Idro Montanelli nell’intervista di cui sopra della quale abbiamo riportato uno stralcio con il preciso riferimento alle Foibe.
Bisogna chiedersi come mai non si fa alcun cenno a quei drammatici fatti che costarono la vita a migliaia di italiani, anzi si tende a nascondere quella storia che invece ci appartiene. Ma ancor di più, bisogna chiedersi perché proprio in quelle piazze occupate per commemorare il 25 Aprile ed il primo maggio si tende a negare e a nascondere tutti quei morti.
Forse quei morti Italiani non meritano rispetto?
Forse l’odio ideologico, che qualcuno vuole riversare su quei morti, deve predominare?
Slogan e bandiere che oggi vengono proposte durante lo svolgimento di queste feste, utilizzate fortemente in maniera distorta invece che per il loro reale significato, palesando quanta strumentalizzazione ideologica vi possa essere …
Gli esempi di ciò che abbiamo visto nei giorni scorsi, lo dimostra abbondantemente.
Ideologia priva di cultura e piena di ignoranza, sono diventate il fulcro divisivo di importanti festività che invece dovrebbero coinvolgere ed unire tutti, donne, uomini, bambini, giovani ed anziani.
Così liberazione e festa dei lavoratori quindi, sono diventate feste di monopolio esclusivo di quelle aree politiche che, direttamente o indirettamente, fanno capo alla sinistra, più o meno ideologica, che vuole assolutamente imporre la propria egemonia ritenendosi depositaria del verbo, negando quelle informazioni che potrebbero evidenziare e mettere in luce criticità importanti, alimentando così l’ignoranza.
Non è un caso che tante perplessità sovvengono ascoltando le affermazioni del segretario del principale sindacato dei lavoratori, che presente sul palco del 1 maggio, inneggia contro chi in questo momento è al governo, regolarmente eletto dalla maggioranza di elettori che si sono recati a votare, dando probabilmente la sensazione di essere contro gli stessi lavoratori…
Dalla lettura dei quotidiani e dalle discussioni cui regolarmente assistiamo nei salotti televisivi, divenuti oramai una eccezionale e continua propaganda elettorale, nasce -tra gli attenti osservatori, ovvero quelli che ancora mantengono una cognizione culturale libera dalle ideologie ed obiettiva - il concreto dubbio che quella oramai definita la sinistra ideologica, voglia indirizzare, manipolare e determinare addirittura il “conclave” , magari facendo eleggere un Papa che possa rappresentare il loro indiscusso ed autoritario volere.
Non vogliamo fare nomi, essendo lunga la lista dei “laici” che fanno campagna elettorale in maniera impropria per quei Cardinali o schiera di “papabili” affini a quella cultura, nemmeno riportare i nomi di tutti quei “papabili” che, alla stessa stregua dei “politicanti”, sembra stiano effettuando propaganda …
Che oggi le elezioni che si svolgono servano solo a promuovere i candidati scelti dai “capi” dei vari partiti, e non già dai cittadini, è un dato di fatto.
Assistiamo infatti ad elezioni nelle quali nessuno conosce gli obiettivi da raggiungere, ammesso che esistano, ma solo candidati imposti. Candidati che spesso nemmeno parlano dei programmi, buttati giù nell’interesse da qualcuno e non voluti della collettività popolare.
Questo, in un modo o in un altro, avviene per tutte le elezioni, siano esse comunali, regionali a nazionali.
Se poi per caso, l’eventuale eletto non è gradito … la “giustizia”, trova certamente la soluzione.
I recenti casi accaduti in Francia, Germania, Romania, giusto per rimanere in Europa forniscono certamente una chiara indicazione.
Lunghe discussioni dove ci si rinfaccia di tutto e di più, evidenziando come gli uni forse non sono altro che, l’altra faccia della stessa medaglia degli altri …
Forse il sondaggio sulla credibilità dei politici, effettuato da “LAB 21” e da Noi pubblicato - pur se in quel caso era riferito ad un tema specifico - potrebbe indicare il vero pensiero degli Italiani?
Ma ritornando al Conclave, che si aprirà il 7 maggio, è giusto chiedersi se la “Divina Provvidenza" verrà esautorata dal volere della terrena sinistra ideologica, pronta a promuovere i terreni interessi, chissà forse anche economici?
Uscirà dal Conclave chi interverrà a discapito di quegli Alti Valori che cui i fedeli Cattolici Cristiani fanno riferimento?
Questo è il dubbio che avvolge tutti.
Se così fosse, l’ipotesi di un gravissimo scisma nella chiesa, sarebbe ipotizzabile con gravissime conseguenze.
La speranza quindi che la “Divina Provvidenza” possa prevalere, pur lasciando quel libero arbitrio di cui “forse” gli uomini non sono degli, è sempre presente.
Ettore Lembo
05/05/2025