PIANO PREVENZIONE NAZIONALE - ETTORE LEMBO NEWS

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Piano Nazionale
di Prevenzione
Vaccinale 2023-2025

Non c’è emergenza che imponga approvazioni affrettate. Analisi e proposte del CMSi
Mentre vengono sempre più alla luce i "disastri" commessi da OMS, Ministri Italiani, presidenti del consiglio, della commissione Europea, ed enti vari di controllo sulla sanità, e, stranamente senza interventi da parte di alcuna istituzione giuridica, nazionale e non, sta girando la notizia dell’eventualità di vaccinazioni obbligatorie (Covid &Co) nel periodo 2023-2025. Ma come spiega il comunicato di un gruppo di esperti indipendenti, non  esiste attualmente nessuna emergenza che imponga approvazioni affrettate.
Il documento realizzato  dalla Commissione Medico Scientifica Indipendente (CMSi) n. 6 ,  sul Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-25, e realizzato da un gruppo di medici italiani*, pone l’accento su ciò che è stato dichiarato fino ad oggi dal Ministero della Salute e dal Governo, a cui si aggiungono  alcune proposte concrete e ragionevoli, sulla base di un’attenta analisi dei dati odierni, prima di una nuova disposizione in ambito sanitario.
La posizione del Ministero della Salute e i nuovi dati a disposizione
Ricordate la  dichiarazione del Ministro della Salute del nuovo Governo italiano, nell’intervista del quotidiano Libero ( 5-12-‘22),  in cui affermava che: “Mai più obbligo vaccinale”… ? E il rientro anticipato del personale della Sanità sospeso, novembre 2022, attuato dall’attuale Governo? Ebbene, le parole non sono carta straccia…
Il comunicato CMSi lo inserisce nelle premesse del suo documento insieme alle motivazioni della recente Sentenza della Consulta che, se da un lato, dichiara “non irragionevole” l’obbligo vaccinale anti-COVID-19, dall’altro (punti 6 e 8) ribadisce per ben 12 volte il concetto che la legge si è basata “allo stato delle conoscenze scientifiche del momento” e “per sua natura transitoria” – e per questo – “alla luce delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche in atto, impone che, mutate le condizioni, la scelta possa (e debba) essere rivalutata” sottolinea la Commissione Medico Scientifica Indipendente.
Il CMSi lamenta, inoltre,  il requisito di legittimità costituzionale, “che il trattamento (disposto per legge per la prevenzione dell’infezione da SARS-SoV-2) sia diretto anche a preservare lo stato di salute degli altri”,  fosse già chiaramente in dubbio dalla pubblicazione ISS sul BMJ, febbraio 2021 (accettata il 19 gennaio).
Lo studio mostrava che in Italia, con la variante Delta, a 8-9 mesi dalla 2a dose, l’insieme dei soggetti over 60 anni si infettava più dei non vaccinati di pari età, e i soggetti ad alto rischio rischiano ancora di più. Un analogo studio sulla popolazione svedese (The Lancet, febbraio 2021) mostrava lo stesso fenomeno a 9 mesi dalla 2 adose.
Da allora si sono moltiplicate le prove di inversione nei mesi (accelerata con Omicron) della protezione dall’infezione, fino agli studi in Qatar che mostrano effetti sull’infezione significativamente negativi già 7 mesi dopo il booster, e in Francia, dove l’effetto diventa negativo solo dopo 4 mesi dalla 4a dose.
Insomma, dati alla mano, diventa necessario e urgente un confronto scientifico-istituzionale, che potrebbe arricchire il dibattito scientifico e le basi su cui assumere decisioni sanitarie che riguardano tutti.

Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale  2023-2025
Non basta, infatti, segnalare,  che proprio “In data 24 gennaio 2023 il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie ha inviato al Ministero della Salute e dell’Economia e a vari Assessorati copia dell’intesa tra Governo, Regioni e Province autonome del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025 e relativo Calendario Nazionale Vaccinale. Si evidenziano alcune criticità” afferma il Comunicato del CMSi. “In cui si trovano ” dichiarazioni di intenti condivisibili in generale, ma senza concreta utilità nel dare supporto scientifico a decisioni su quali vaccini raccomandare (o obbligare), a chi e quando”.
“Mancano del tutto l’analisi dei risultati finora conseguiti in termini di efficacia e sicurezza, e dati analitici sull’efficacia delle misure proposte. Si dovrebbe accettare che i vaccini (18, oltre a quelli antiCOVID) sono utili “a prescindere” dai dati epidemiologici per ciascun vaccino, che non sono forniti”. Anche in base al dettato della legge 119/2017 (L. “Lorenzin”), ciò non ha consistenza scientifica.
Ecco le noti dolenti su cui intervenire
Per la Commissione Medico Scientifica Indipendente ci sono alcuni punti critici nel Piano vaccinale (PNPV) 2023-2025, che vanno affrontati con urgenza. Per esempio, Il documento sul PNPV 2023-2025 dice che alcuni vaccini possono dare protezione individuale (anche se il rapporto rischi/benefici attesi andrebbe valutato, appunto, il ragionamento clinico e il rapporto medico-paziente, e andrebbe rivalutato con un dibattito scientifico senza censure, e senza la pressione di un’urgenza che non c’è. Insomma non si precisano di quali vaccini si parla o e in base a quali dati epidemiologici.
Inoltre,  resta il grande problema della farmacovigilanza; si legge, infatti, che “Per la sorveglianza post-marketing dei farmaci e dei vaccini, l’Italia è dotata di un sistema di raccolta delle segnalazioni degli eventi avversi, la Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF), che fa capo ad AIFA ed è costituita da una rete di Centri Regionali e Responsabili Locali di Farmacovigilanza per la registrazione degli stessi”. Questa e altre affermazioni generiche non si accompagnano a dati credibili sulle reazioni avverse registrate da tale Rete. Anche la lettura dei Rapporti AIFA conferma che la Farmacovigilanza in Italia è essenzialmente passiva.
Insomma, in assenza di programmi di sorveglianza attiva su campioni rappresentativi di popolazione, manca una seria analisi della sicurezza dei programmi di immunizzazione di massa”
Le Proposte della Commissione Medico Scientifica Indipendente
Dopo queste premesse, non sembra ragionevole l’affrettata approvazione di un PNPV così massiccio e con rilancio di obiettivi di copertura così ambiziosi, senza una previa seria ed esplicitata valutazione dei rapporti tra costi e benefici delle diverse opzioni. Non ravvisandosi alcuna urgenza, né tanto meno emergenza, si chiede di procedere con la temporanea proroga dell’esistente e, rispetto a nuovi obiettivi, in via preliminare di:
1) anteporre il punto, ora al penultimo posto, “Completamento del percorso di valutazione previsto sull’obbligatorietà delle vaccinazioni”, come previsto dalla L. 119/2017, aprendo un dibattito scientifico pubblico che aperto anche a contributi scientifici critici su alcune strategie vaccinali in atto, tenuto anche conto della Sentenza 14/2023 della Consulta, che riafferma che un trattamento sanitario obbligatorio per legge deve comunque essere diretto “anche a preservare lo stato di salute degli altri” (il che palesemente non è per almeno alcuni dei vaccini pediatrici oggi obbligatori)
2) attivare in modo contestuale serie ricerche con contributi pubblici per migliorare le pratiche vaccinali, a partire da programmi strutturati di farmacovigilanza attiva (a breve, ma anche medio-lungo termine, incluso il monitoraggio di possibili fenomeni di rimpiazzo e di interferenza), su campioni rappresentativi di popolazione. La disponibilità di tali ricerche, ineludibili per una corretta valutazione del bilancio tra rischi e benefici attesi, dovrebbe costituire precondizione ad estensioni di programmi vaccinali.
3) escludere, anche ai sensi della L. 119/2017, obblighi di vaccinazione in caso di avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, nonché di pericolo per la salute in relazione a specifiche condizioni cliniche, documentate nei modi stabiliti. I medici, oltre a conoscere gli standard scientifici basati sulle prove che si rendono via via disponibili (e non solo sul “principio di autorità”), dovrebbero essere liberi di consigliare/prescrivere o meno specifiche.
Insomma, occorre ristabilire nuove regole basate su dati ed evidenze scientifiche e non sulle opinioni di burocrati della Sanità.
Il Comunicato, che troverete in allegato, e' stato redatto da: Dott. Alberto Donzelli, Prof. Marco Cosentino, Prof. Vanni Frajese, Dott.sa Patrizia Gentilini, Prof. Eduardo Missoni, Dott. Panagis Polykretis, Dott. Sandro Sanvenero, Dott. Eugenio Serravalle. E Prof. Paolo Bellavite.
Si ringraziano i colleghi e le colleghe che ci aiutano a diffondere le informazioni tra cui


Dal quale rileviamo l'articolo.
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