NON SEMPRE IL "NERO"... - ETTORE LEMBO NEWS

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Non sempre il “nero”
vuol dire “fascismo”

Il protocollo vaticano scrive che il «privilegio del bianco» sia riservato alle regnanti cattoliche.
Oggi sono sette e precisamente la regina Letizia e l’ex regina Sofia di Spagna, la regina Mathilde e l’ex Paola del Belgio, la granduchessa Maria Teresa di Lussemburgo, la principessa Charlene di Monaco e la principessa Marina di Savoia.
Pur se l’incontro tra la premier Meloni e il Pontefice si è svolto fuori dalle mura della Santa Sede, qualche sopracciglio alzato quel vestito bianco indossato dalla Premier lo ha causato.
Il protocollo, pur se in realtà ormai facoltativo dagli anni Ottanta, ma ad oggi sempre rispettato, infatti, prevede che per gli incontri con il Santo Padre le signore, fra le quali si annoverano anche le premier, prediligano il vestito nero ed il capo coperto.
Qualche “analfabeta” del protocollo Vaticano avrebbe certamente fatto ironia sul “nero” indossato dalla prima premier donna in Italia, persona che con il “nero” ha convissuto bene tutta la sua vita.
La domanda che sarebbe stata utile porsi prima di consigliare alla premier Meloni di indossare un vestito bianco, però, poteva essere se fosse più adeguato per rispettare lo standing che il premier di uno Stato con una cultura millenaria alle proprie spalle e che vede inglobato al proprio interno lo Stato del Vaticano lasciare gli “analfabeti” aprire bocca e dare fiato o fosse più utile rischiare di passare per “inadeguati” e “lontani dalle tradizioni”.
Ognuno di noi “cittadini semplici” con la nostra posizione privata sulla fede, sui rapporti fra lo Stato italiano ed il Vaticano, con la nostra singola e privata sensibilità culturale saprà raggiungere la propria risposta.
Io, “cittadino semplice” un po’ “antico”, avrei preferito vedere la Premier indossare un bel tallier nero con il capo coperto, magari di alta sartoria italiana.
Il “nero” non è “fascista” nel vestire, è solo “elegante”…… soprattutto in certe situazioni.
Infine, come non ricordare il famoso cappello bianco in piuma d’oca indossato da Giovanni Paolo II, oggi Santo, e la fortuna che quella allora azienda fiorentina ebbe nel mondo grazie ad una telecamera che ne inquadrò il marchio al centro del cappello?
Ebbene, che occasione irripetibile ha avuto la premier italiana allorquando davanti ad una sala gremita e di fronte a chissà quante telecamere sedeva alla distanza di un braccio dal Santo Padre.
Occasione che, per il Made in Italy, di cui questo governo va così fiero da intitolarne un ministero, sommessamente noi “cittadini semplici” riteniamo potesse essere sfruttata meglio.
Forse anche per questo servono le tradizioni e la conoscenza dei precedenti.
Ignoto Uno
14/05/2023
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