UN CONSIGLIO AL GOVERNO..(Ignoto uno) - ETTORE LEMBO NEWS

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Un consiglio al governo
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A causa dei devastanti errori nelle scelte di politica energetica che, negli ultimi trenta anni, tutti i partiti italiani e l’Unione Europea hanno compiuto, oggi, e per i prossimi anni, gli italiani dovranno affrontare e gestire, come ci dice l’attuale governo, “razionamenti drastici” a partire da gennaio. Diciamolo chiaro la causa di questa catastrofe è chi ha gestito l’Italia in questa seconda repubblica, per cui proprio di tutti, e non di quel cattivone di Putin che fa esclusivamente i suoi interessi senza fare sconti a chi si dichiara suo nemico.
La guerra è guerra si usava dire, oggi la guerra si fa a colpi di sanzioni e di reazioni alle sanzioni e chi porta un popolo in questa nuova forma di guerra dovrebbe prima predisporsi alla battaglia. In caso contrario fa la parte del famoso Benito e degli altrettanto famoso carri armati che lo seguivano di manifestazione in manifestazione. Poi la guerra è finita come è finita.
Oggi il cattivone nuovo, all’anagrafe Putin, in attesa del ritorno del cattivone per antonomasia, all’anagrafe Trump, ci dice che il suo gas non lo vedremo più fino a quando vi saranno le sanzioni contro il suo popolo. In questo un democratico antico vuole vedere un segnale di trattativa, una richiesta di una nuova Reykjavík, ma le trattative si aprono riconoscendosi reciprocamente e, almeno per ora, questa è una chimera.
Quale lo scenario per la nostra amata Italia. Ecco alcuni elementi di ulteriore analisi. Il gas proveniente dalla Libia rischia di non arrivare più a causa della situazione di tensione interna in quella nazione. Nazione ove storicamente la Russia è molto presente. Il gas Algerino viene fornito all’Italia da una azienda ove Gazprom è socio di maggioranza. Come abbiamo già scritto dalla Russia il gas parrebbe non arrivare più, il gas nord Atlantico ha prezzi che mettono il sistema socio economico italiano sul lastrico o fuori mercato.
Vi ricordate la decrescita felice di Grilliana memoria?
Ebbene, oggi, per sopravvivere, l’Europa ci dice di consumare il 15% di gas in meno rispetto ai consumi medi pre Covid.
Come raggiungere questo drammatico obiettivo impattando il meno possibile su famiglie ed imprese?
C’è chi parla del gas in Adriatico per ridurre questa necessità di tagliare i consumi, peccato che qualche professore, che ovviamente non viene mai portato in televisione e fatto parlare, dice che, soprattutto nel alto Adriatico, i rischi di una estrazione massiva sia pericolosa per la pianura padana e che, in ogni caso, ve ne è veramente poco di gas la sotto. Io non so dove sia la verità, conseguentemente pongo alcune domande su questo tema ai partiti in campagna elettorale.
Quanti metri cubi standard di gas ci sono in Adriatico da estrarre?
In che misura risolvono i problemi italiani di politica energetica? Per quanto tempo li risolvono?
Il tema, infatti, è acquistare tempo per costruire quelle infrastrutture che ci permetteranno di ricuperare la competitività sui costi energetici.
Fatto che non passa di certo per i rigassificatori nel lungo periodo dato che i costi di produzione di energia attraverso questo percorso metterebbero fuori mercato le aziende italiane. Ovviamente la killer solution non sono di certo i pannelli solari sui tetti di tutte le case degli italiani, anche se farebbero certo parte di un mix che potrebbe portare la soluzione necessaria alla nazione.
Ed, allora, qualche suggestione a chi governa per gestire, almeno in piccola parte, il tema tattico del taglio dei consumi in attesa di soluzioni che ci portino fuori da questa situazione che, secondo un “cittadino semplice”, era facilmente prevedibile, ma che il ceto politico italiano ed europeo allorquando decisero di porre sanzioni contro “Putin” (non contro la “Federazioni Russa”, lo diceva Biden che parlava di facilitare un colpo di stato in Russia), era molto facilmente prevedibile. Situazione che, credo sia doveroso riportarlo alla nostra memoria di “cittadini semplici”, nessuno dei politici italiani, oggi in campagna elettorale, vide 180 giorni fa quando ci portarono in questa guerra non dichiarata contro “Putin”.
Secondo il fisico inglese David JC MacKay i treni ad alta velocità che viaggiano a pieno carico consumano 3 kWh per 100 persone chilometrò.
Questo significa che consumano per trasportare 100 persone per un chilometro quanto sarebbe necessario per fare tre lavatrici.
La distanza fra Roma e Milano, solo per fare un esempio, è di 571 chilometri ed un treno di ultima generazione può trasportare mille passeggeri. Questo significa che un treno su questa tratta a pieno carico necessità per il suo movimento di 17.310 KWh
Oggi quanti sono i treni su tratte nazionali o interregionali che viaggiano con tassi di riempimento significativamente inferiori al 50%? Empiricamente mi sembra di poter dire molti.
Forse, lo dico sommessamente e da “cittadino semplice”, al fine di tagliare il fabbisogno di gas del 15% in base annua, questa potrebbe essere una ipotesi di lavoro.
Accorpare e ridurre il numero dei treni in movimento sulle stesse tratte, razionalizzare. In queste ore il governo francese ha chiesto alle sue ferrovie di fare un esercizio in tal senso. Ovviamente lo Stato dovrà impedire che questo faccia schizzare in alto i prezzi incrementando la inflazione.
Perché non viene fatto? Forse perché causerebbe esuberi e, salvo che per il gruppo NTV, sarebbero esuberi nel pubblico, più difficili da gestire?
Il governo potrebbe scegliere questo metodo come potrebbe favorire le imprese azzerando, o riducendo molto significativamente, gli oneri fiscali sul lavoro invece di dare cassa integrazione senza costi alle imprese. Costi che finirebbero nella fiscalità generale.
Tagliare drasticamente gli oneri sulla bolletta e gli oneri sul costo del lavoro permetterebbe, questo io credo, agli imprenditori di continuare a produrre e mantenere le quote di mercato e permetterebbe ai lavoratori ed alle famiglie di non ridurre la propria capacità di spesa e mantenere una capacità di consumo della famiglia con impatto sulla funzione dei consumi. Ovviamente queste sono minori entrate, chissà se questa “guerra non guerra” costringerà i partiti a tagliare costi inutili dello Stato e le conseguenti clientele?
Certamente, qualsiasi scelta il governo attuale o futuro vorrà fare, lo Stato dovrebbe impedire le speculazioni sui prezzi, cioè fare quello che oggi non ha voluto o saputo fare.
Ignoto Uno
07/09/2022
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