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IL SILENZIO DEL CLERO... - ETTORE LEMBO NEWS

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Il silenzio del Clero: “Giubileo Giovani” e non solo.
Finirà tutto a tarallucci e vino?

Era il 15 Aprile ed era ancora in vita Bergoglio, quando scrivemmo un articolo dove informavamo i Nostri lettori che per il Giubileo, qualcuno, dal Vaticano, aveva ordinato 1.200.000 pasti distribuiti in tre giorni.

Riportiamo l’articolo per chi volesse approfondire.


400.000 pasti al giorno, sono veramente tanti, ricordiamo, per dare l’idea del volume, è come se fossero ben 5,5 Stadi Olimpici colmi di spettatori da servire.

Per far ciò, bisognava mettere in moto una organizzazione che certamente non si trova dietro l’angolo ne è fattibile se non da tempo preparato e ben organizzato.

Non si può improvvisare, anche perché è un evento internazionale attenzionato in tutto il mondo: “Giubileo Giovani”

Un evento cui sono stati stanziati ben 9.600.000 Euro.

Scrivemmo anche che fu ingaggiato uno studio di consulenza per organizzare la fornitura.

Sicuramente furono mobilitati imprenditori, fornitori, e logistica e ricevute le dovute assicurazioni, si predispose il contratto che fu accettato e firmato presso uno studio legale.

Ricordiamo anche che alla firma del contratto, avvenuto il 15 Marzo ed inviato e ricevuto via PEC, bisognava versare l’importo di ben 4.750.000.

Una cifra certamente importante ma che sicuramente serviva a coprire i primo costi di una “spesa” assai rilevante e non comune.

Ma ricordiamo anche che al 14 aprile, un mese dopo, giorno in cui siamo stati messi al corrente dei fatti, nessun bonifico era stato effettuato.

Vi abbiamo informato che non avendo ricevuto riscontro del pagamento, dopo aver atteso invano e ben oltre i termini contrattuali, i legali dello Studio si sono rivolti al responsabile Pastorale Giovanile della Diocesi di Roma, Don Alfredo Tedesco.

Ricordiamo che l’interlocutore, cui ci siamo rivolti per approfondire la questione, ci informa di aver mandato una mail a Don Alfredo Tedesco il quale avrebbe risposto: “Trattandosi sicuramente di un equivoco. Ripeto, trattandosi sicuramente di un equivoco chiediamo il vostro contatto telefonico per chiarire la questione”.

Ricordiamo ancora che mai nessuno ha cercato di chiarire la questione.

Riportiamo, per dovere di cronaca, le parole che allora interlocutore da noi intervistato ci riferì: “Abbiamo avviato un procedimento per decreto ingiuntivo e poi capiremo. Insomma, qualcuno deve dirci se questa società, della quale è amministratrice una rampolla di una nobile famiglia Romana, abbia poi le caratteristiche e i requisiti per poter adempiere un contratto del genere (…)” e di nuovo “se non possono fronteggiare questo tipo di incombenze mi domando come l'attenta di Diocesi di Roma possa aver commissionato un appalto milionario ad una società priva dei necessari requisiti”. Continuando “se a fronte di contratto firmato dalla suddetta società con il mio cliente non esiste un vero incarico di parte, un mandato scritto, un contratto scritto con la parte della diocesi, si configura qualche reato”?

E’ trascorso del tempo, ad oggi, pur se il procedimento per il Decreto ingiuntivo, è andato avanti, nessuna risposta si è concretizzata, sembra che il silenzio domini incondizionatamente.

Rileviamo solo che, da parte della società incaricata dalla Diocesi di Roma per la logistica e il ristoro dei pellegrini, è cambiato frettolosamente l'amministratore, forse in conseguenza agli articoli usciti sui media e dopo aver ricevuto un decreto ingiuntivo.

Pone molti interrogativi questo cambio di amministratore effettuato.

Forse per porre al sicuro il precedente amministratore della società inadempiente? Forse perché si tratta di una giovanissima rampolla di una storica famiglia nobile Romana di origine Umbra?

Qualcuno disse: a pensar male… si fa peccato, ma spesso ci si azzecca!

Vogliamo ricordare che il cambio dell'amministratore di una società, dopo l'emissione di un decreto ingiuntivo, non blocca l'esecuzione del decreto.

Il nuovo amministratore subentra nelle responsabilità e obblighi, inclusa l'obbligazione di adempiere al decreto.

Strana manovra quindi questa sostituzione dell’amministratore sulla quale la Diocesi di Roma, già informata, tace e non si esprime, ma lascia tutti ancora più perplessi tanco che ci si chiede se e quali responsabilità e connivenze siano possibili.

In un momento così delicato per il Vaticano, che sta attraversando un periodo assai gravoso e per di più si accinge, nel Conclave, a scegliere il prossimo Papa, sperando che la “Divina Provvidenza” illumini i Cardinali, ci saremmo attesi che qualcuno si pronunciasse a chiarire la questione o intervenisse.

Non possiamo certo pensare che certe questioni possano finire “a tarallucci e vino,” tipica espressione del sud Italia, poi diffusa in tutta la penisola, derivante da una antica tradizione contadina, che significa che tutto finisce bonariamente.

Ci sono delle azioni legali in corso, per di più, che fine farebbe la credibilità della Diocesi Romana?

Credibilità che viene sempre più messa in discussione da strani silenzi del Clero, anche su fatti che direttamente coinvolgono la cristianità.

E’ di questi giorni la “notizia” di alcuni alunni di asilo di una scuola cattolica in Veneto che sono stati fatti inginocchiare in una moschea, sanza scarpe e sul tappeto rosso.

Bambini dai 3 ad i cinque anni che, secondo alcune fonti hanno imitato i gesti della preghiera Islamica.

Discutibile la scelta di questa visita, che sembra essere considerata una gita di istruzione, ma ancor più lascia perplessi il silenzio del Clero che sembra ignorare o peggio “giustificare” definendola “integrazione” tacendo.

Così come Clero tacque in altre situazioni quando furono sostituite le festività cattoliche con quelle Islamiche, o peggio, quando fu data in concessione la Sacrestia per le funzioni e preghiere Islamiche.

Forse il Clero ha perso la parola sia per la Fede che per…?

Vi terremo informati

Ettore Lembo
06/05/2025
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