PALLONI SPIA CINESI - ETTORE LEMBO NEWS

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PALLONI SPIA CINESI...
CHI SI VUOLE VERAMENTE
CONTROLLARE?

In un contesto nel quale ogni movimento, ogni evento che coinvolga uno o più Stati del mondo viene enfatizzato e caricato di significati, potenzialità e conseguenze spesso al di sopra della pura realtà, è opportuno calibrare con precisa attenzione ciò che avviene al fine di identificare il limite tra la concretezza dei fatti e l’insieme di supposizioni che vi viene applicato.
Non sono passati parecchi giorni da che è venuta alla luce la spinosa questione del “pallone spia”, identificato e abbattuto nei cieli degli Stati Uniti in quanto ritenuto un congegno volto allo spionaggio da parte della Cina, ormai potenza mondiale che con l’America tanto ha da contendere. Ebbene, l’opinione pubblica già da subito si è posta su due schieramenti diversi in merito alla vicenda: da una parte coloro che, sostenendo l’assoluta maliziosa colpevolezza della Cina hanno giustificato l’operato degli USA, mentre dall’altra coloro che hanno visto nell’attribuizione del pallone spia un’ampia ombra di complottismo, e nel suo abbattimento un mero pretesto per ravvivare, anche ideologicamente, la disputa tra i due più influenti giganti del mondo.
Come riporta una delle più note testate giornalistiche italiane, “gli USA hanno recuperato una discreta quantità di detriti del pallone-spia cinese abbattuto il 4 febbraio al largo del South Carolina, come ha rivelato il capo del Pentagono Lloyd Austin. Tra questi c'è anche il carico sotto al pallone”. Il Dragone nel frattempo continua a negare il proprio coinvolgimento nella vicenda, sostenendo tuttavia di essere impegnato in indagini interne per perfezionare la propria posizione. Plausibile resta tuttavia il rischio di un’escalation di terrorismo psicologico intorno a tutto ciò che possa essere riferito all’influenza cinese sull’occidente: basti pensare ai tre oggetti volanti non identificati abbattuti anch’essi in questi giorni nei cieli nordamericani. Secondo la nostra fonte pare che al momento si tenda a sminuire l’entità di quanto accaduto, in base anche all’affermazione del portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby per cui “gli USA non hanno alcuna indicazione che i tre 'Ufo' fossero parte del programma di sorveglianza cinese, [anzi] l'intelligence crede possano essere legati a qualche finalità commerciale o benigna [non ostile]”. Ad ogni modo, considerato il complesso recupero dei detriti viste le zone interessate, collocate particolarmente a nord, comprendendo il Canada, si dovrà proseguire solo sulle osservazioni militari e su dati secondari. Chi garantisce, tuttavia, che ai prossimi episodi del genere non ci si scaglierà nuovamente contro la Cina, prima ancora di effettuare le più puntuali e complete verifiche del caso?
Intanto restano alte le tensioni diplomatiche tra gli USA e il gigante dell’Est, “che ha rilanciato le sue accuse a Washington di aver fatto volare palloni nel mondo entrati illegalmente sul suo territorio e in altri Paesi importanti almeno 10 volte dal maggio 2022. Pechino non ha offerto alcuna prova e la Casa Bianca continua a negare in modo perentorio”. Vediamo dunque con quale intensità, in situazioni simili, le due parti coinvolte arrivino non solo ad accusare e a difendersi rispettivamente, ma anche a puntarsi il dito a vicenda pur dietro al pretesto continuo di voler riallacciare, alla fine dei conti e dopo chiarimenti, i tanto tesi rapporti: “Joe Biden, pur se pressato dai repubblicani, ha minimizzato la portata del pallone-spia, mentre il segretario di stato Antony Blinken, che ha rinviato il suo viaggio a Pechino, sta valutando di incontrare alla conferenza di Monaco sulla sicurezza il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Wang Yi”.
In opposizione al Dragone sotto questo scandalo noto come “balloon gate” troviamo non solo gli USA che tanto hanno rumoreggiato a riguardo, ma anche il Giappone, che ha rivelato, sempre secondo la medesima nostra fonte, che “tre oggetti non identificati sono stati avvistati sul [suo] spazio aereo tra il 2019 e il 2021, sospettati di essere con ogni probabilità palloni-spia cinesi”. In particolare, le zone interessate corrispondono alla prefettura di Kagoshima, nel sudovest del Giappone, e alle prefetture nordorientali di Miyagi e Aomori. In conseguenza a questi fatti il ministero della Difesa nipponico, nella figura del presidente Yasukazu Hamada, ha chiesto a Pechino “una conferma per prevenire il ripetersi di simili contingenze”, dichiarando che “le forze di autodifesa saranno autorizzate a utilizzare armi, inclusi missili aria-aria, per fronteggiare le incursioni nello spazio aereo”.
Dov’è da tracciare, dunque, visto un quadro così ampio, la tanto necessaria linea fra realtà certa e supposizione? A quale punto bisogna arrivare per poter puntare il dito contro un presunto “avversario” e, in questo caso, mobilitare contro di lui l’intera opinione pubblica? Si tratta di domande molto complesse la cui risposta certamente va valutata caso per caso, pur sempre con un preciso ideale in mente: rimanere il più possibile fedeli alla concreta immagine delle cose, e attendere prima di spingersi oltre, troppo oltre, per non cadere nella falsa accusa, nella disinformazione o, peggio ancora, nella convinzione di certe cose che, in realtà, di vero hanno ben poco, e di finzione hanno fin troppo.
Boris Borlenghi
17/02/2023


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