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PAPA LEONE XIV: COME SI STA FACENDO CONOSCERE? - ETTORE LEMBO NEWS

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Papa Leone XIV: come si sta facendo conoscere
ai credenti e al mondo
(luigi Crimella)

Dopo il periodo di attenzione curiosa e quasi incredula per il profondo cambio di stile papale, rispetto alla figura del predecessore Francesco, ora per il nuovo pontefice Leone XIV inizia la fase della “normalizzazione”. Il senso di questo periodo di avvenuto rodaggio per il secondo pontefice venuto “da molto lontano” (come Bergoglio), è che ora per i cattolici di tutto il mondo si tratta di prendere atto che una certa notevole “discontinuità” si sta registrando quasi ogni giorno.
Leone XIV parla, si muove, agisce, incontra ogni genere di persone, dalle più altolocate ai fedeli e pellegrini più umili, con notevole discrezione e naturalezza. Rifugge da gesti clamorosi, tipo quelli compiuti da Francesco di uscire a piedi a comprarsi gli occhiali a Borgo Pio, oppure di viaggiare su una auto di media cilindrata, mentre i suoi dignitari e le guardie del corpo viaggiavano su berline di lusso in dotazione al Vaticano da sempre. Rifugge anche, anzi ha subito messo in chiaro che non seguirà l’esempio di Francesco, dal voler vivere in mezzo agli altri ecclesiastici in una stanzetta anonima di casa Santa Marta. Leone ha invece scelto di ripristinare l’appartamento papale al terzo piano del palazzo apostolico, dove del resto nei precedenti dodici anni non sono mai cessate le udienze ufficiali a capi di stato e autorità varie. E’ pure tornato a Castel Gandolfo con la gioia degli abitanti del posto, per passare un po’ di vacanza e di riposo.
Se con Francesco eravamo di fronte a un pontefice “un po’ sinistrino”, come lui stesso si definì, umbratile, contestatore del mondo occidentale, con Leone invece siamo tornati al Papa con la P maiuscola, che indossa gli abiti papali senza vergognarsene, anzi per sottolineare la dignità del compito di “Vicario di Cristo” che ha accettato di assumere dopo il voto dei confratelli cardinali in Conclave.
Vediamo alcune differenze che potrebbero connotare il suo pontificato.
GEOPOLITICA E RUOLO DELLA SANTA SEDE
Come ha subito mostrato occupandosi in prima persona con decisione e particolare abilità diplomatica, Leone XIV tiene molto al ruolo della Santa Sede quale operatrice di pace e di solidarietà internazionale. Si è subito cimentato con le due più gravi crisi in corso (Ucraina e Gaza), e non ha risparmiato pensieri anche duri versi le parti in causa. Però al contempo, si è anche dimostrato molto elastico e “fluido” (non nel senso del gender che oggi va molto di moda!) nell’aprire spiragli di dialogo laddove sembrava che qualcosa potesse muoversi a favore della pace. Insomma, Leone XIV vuole ridare alla Santa Sede quel ruolo che è sempre stato tipico del più piccolo stato al mondo, ma che gode – grazie a Dio, diciamo – di una autorevolezza e una influenza diplomatica internazionale all’altezza delle altre grandi potenze del momento: USA e Cina soprattutto, con a seguire l’Unione Europea e il resto dei paesi dei continenti Brics (quelli in via di sviluppo). Leone XIV, in una parola, ha fatto capire che intende essere un interlocutore equidistante da tutti e partecipe di tutti i problemi e di tutti i drammi che l’umanità oggi sta vivendo. Da questo punto di vista si può dire che in pochi mesi abbia già in qualche modo centrato l’obiettivo, perché le Cancellerie internazionali trattano il Vaticano con rispetto evidente e diretto.
MORALE SESSUALE E MATRIMONIALE
Uno dei campi più delicati nei quali  “l’effervescenza” creativa di Francesco aveva dato il meglio di sé, creando non pochi malumori e dissensi su scala mondiale all’interno della Chiesa, era stato quello della morale sessuale. Da quel famoso “chi sono io per giudicare” riferito a un gay che “cerca Dio”, Bergoglio aveva inanellato una serie di pronunciamenti in varie occasioni in cui la sessualità balzava all’attenzione della Chiesa e veniva reinterpretata in chiave freudiana, con aperture di spiragli di permissivismo sconcertanti per buona parte dei credenti. Basti pensare alla “comunione ai divorziati risposati”, per la quale si era spinto a esprimere tortuosamente un sostanziale lasciapassare da “Familiaris laetitia” in avanti, fino al “Dio vi ama così come siete” detto in più occasioni a gay e trans, come a dire che non serve cambiare comportamenti e che, quindi, né l’adulterio, né l’omosessualità attiva e consapevole fossero più da considerare peccati. Da ultimo si era cimentato con il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede nel varo della “benedizione delle coppie omosessuali”, quasi si trattasse della istituzione di un nuovo tipo di “matrimonio” approvato dalla Chiesa suscitando reazioni e resistenze molto forti, specie in Africa. Insomma, Francesco aveva decisamente rotto gli schemi e soprattutto aveva dato l’impressione che il Decalogo di Mosè, ricevuto da Dio sul monte Sinai, fosse da considerare sostanzialmente superato dai tempi moderni della “fluidità” identitaria e della libertà di comportamento sessuale, quasi fossero una nuova dimensione della rivelazione divina!
Dal canto suo Leone XIV ha più o meno subito, nel giro di poche settimane, (quasi) rimesso le cose a posto. Senza mai rinnegare apertamente il predecessore, ha fatto intendere che il matrimonio uomo-donna è l’unico rapporto che la Rivelazione divina indica come paradigma dell’amore più vero, responsabile e salutare per la famiglia umana. La “misericordia”, tanto sbandierata da Francesco quale canone da applicare non a dei “peccatori”, ma piuttosto a persone mosse da istinti e pulsioni che era giusto liberare, rimane per Leone XIV nel sottofondo del messaggio evangelico. Ma questo – ha sottolineato Leone – non a scapito degli insegnamenti della Bibbia e soprattutto del Vangelo che esige da tutti impegno, sacrificio e – nello specifico ambito della sessualità – una attenzione particolare a vivere nella castità pertinente al proprio stato di vita. Vedremo dove porterà questo percorso di ritorno agli insegnamenti di sempre della Chiesa, pur in un contesto secolarizzato e orientato al pragmatismo dei valori tanto nel mondo occidentale post-cristiano, quanto nei contesti dei paesi in via di sviluppo dove si registra comunque una forte presenza di fedeli che seguono il Vangelo.
SINODALITA’ E RUOLO DELLA GERARCHIA
Uno degli ultimi cavalli di battaglia di Francesco era stato quella della “sinodalità”, quale modalità di vivere la Chiesa con il convergere di gerarchia, religiosi e fedeli laici in una sorta di parlamentino permanente per condurre le strutture religiose (parrocchie, diocesi, associazioni e movimenti) in una forma più “democratica” e partecipata e senza il predominio del clero. Francesco aveva infatti più volte criticato quello che lui definiva il “clericalismo”, come se il ruolo di guida, santificazione e missione dei preti fosse una cosa da limitare e mettere sotto il controllo di tutto il “popolo di Dio”, con quasi un ribaltamento della piramide gerarchica interna alla Chiesa.  Su questo punto Leone XIV è stato finora molto cauto, elogiando l’intuizione del predecessore e anzi rilanciando la sinodalità quale orientamento positivo per un maggiore coinvolgimento dei fedeli a tutti i livelli. Però, al tempo stesso Papa Prevost ha fatto intendere, più con i gesti che con le parole, che il ruolo della gerarchia voluta da Gesù con l’istituzione di “Pietro” sul quale è “fondata la Chiesa” e accanto a lui dei successori degli apostoli (i Vescovi, oggi oltre 4 mila in tutti i continenti), rimane centrale e indispensabile, soprattutto per la funzione ministeriale e sacramentale del clero che non è di volontà e istituzione umana, ma divina e quindi indiscutibile.
Anche in questo campo vedremo come Leone XIV procederà. Le premesse appaiono molto incoraggianti: apertura a questa nuova dimensione ecclesiale ben governata e dinamica, senza però umiliare o snaturare la funzione e il ruolo di quanti sono investiti dell’ordine sacro. Si inquadra a questo livello anche il tema della “ordinazione delle donne” che sembra non essere assolutamente alle viste di Papa Leone, come pure quello dei “viri probati”, specie di preti-sposati che nelle zone più impervie delle nazioni quali Brasile o Africa dovevano supplire con funzioni liturgiche diverse alla carenza di preti … Vedremo!
IL NUOVO PAPA E LA POLITICA MONDIALE
E’ rimasto per ultimo il tema vasto e complesso degli orientamenti politici di Leone XIV. Basti pensare alle sue origini statunitensi e alla sua abilità di rapporti con Trump mostrata sin dai primissimi giorni. Papa Prevost non è anti-occidentale come era invece di fatto Francesco. Però non è nemmeno inquadrabile come un pontefice filo occidentale, che guarda al resto del mondo da un’area oggi fondamentalmente agnostica, incredula, segnata da pulsioni Woke, di cancellazione delle nostre origini ebraico-cristiane come sta avvenendo specie nella università e nei circoli culturali e giornalistici progressisti negli Usa e in Europa. In questi ambienti si è fatto a gara a insegnare che tutte le colpe dei guai e delle guerre in corso nel mondo siano di noi paesi occidentali, colpevoli di avere “colonizzato” e sfruttato il resto del mondo. Sappiamo bene che così non è, pur dovendo ammettere che qualche eccesso in tale direzione ci fu nei secoli scorsi.  
E’ pensabile che il nuovo Papa corrobori una visione dell’Occidente ancora portatore di valori cristiani di fondo, accanto al dovere di sostenere lo sviluppo dei paesi più poveri. Oggi è lecito aspettarsi dalla Santa Sede una particolare attenzione al rapporto con nazioni gigantesche quali Cina e India che insieme assommano a tre miliardi di uomini, oltre che con l’Africa che sta crescendo a ritmi vertiginosi sia in termini di popolazione sia di sviluppo, per la presenza di aziende e finanziamenti russi, cinesi e dei paesi ed emirati arabi. Il continente “nero” potrebbe rappresentare alla fine di questo secolo, se mantenesse gli attuali ritmi di crescita demografica, il 40 per cento della popolazione mondiale. Ora è chiaro che un mondo dove in Occidente non nascono quasi più bambini e invece in Africa ci sono ancora tre-quattro figli per donna, potrebbe prefigurare la quasi scomparsa numerica e sostanziale della cultura occidentale con tutti i suoi valori e traguardi raggiunti. C’è da ritenere che Leone XIV abbia ben presente questa prospettiva pericolosa, soprattutto per le pesantissime ripercussioni sulla cristianità nel suo complesso e sul cattolicesimo mondiale in quanto tale.
PROFILO “BASSO”, IDEE CHIARE E VISIONE LUNGIMIRANTE
Leone XIV sembra voler mantenere un profilo “basso”, anche se in realtà interviene con precisione e chiarezza notevole. Purtroppo, i fedeli cattolici e non solo loro, essendo stati abituati a battute, piccoli show e conferenze stampa effervescenti di Francesco specie in aereo al ritorno da viaggi apostolici, hanno oggi quali l’impressione che il nuovo Papa “non faccia niente”. Invece non è affatto così. E’ un pontefice intelligente, colto, molto spirituale e anche al tempo stesso molto pragmatico. Agisce non per “apparire”, come spesso faceva Francesco, ma per proporre una visione cristiana integrale. Di fatto è una figura più difficile da capire, perché non cerca le facili emozioni e gli show mediatici. Nostro compito di credenti e di persone attente allo svolgersi della storia, è di seguirlo e soprattutto “leggerlo” sul sito vatican.va, per poter essere al passo con i tempi difficili che stiamo vivendo.
Luigi Crimella
26/07/2025
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