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PARTITE IVA!! - ETTORE LEMBO NEWS

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Partite IVA, arriva il nuovo ravvedimento speciale:
sanatoria fiscale legata al Concordato. Ecco cosa cambia

Un’opportunità per mettersi in regola o un condono mascherato che premia i furbi? Il nuovo ravvedimento speciale per le Partite IVA, contenuto nel Decreto Fiscale 84/2025, fa discutere ancor prima del suo passaggio definitivo al Senato. La misura riguarda migliaia di professionisti, autonomi e imprenditori con ricavi sotto i cinque milioni di euro. Il punto chiave è uno: per accedere alla sanatoria, bisogna aderire al Concordato Preventivo Biennale 2025–2026, entro il 30 settembre del prossimo anno.

Chi lo farà, potrà sanare la propria posizione fiscale per gli anni d’imposta dal 2019 al 2023. La formula prevede un meccanismo a doppia leva: da un lato, viene ricalcolata la base imponibile considerando la differenza tra quanto dichiarato e quanto stimato dall’Agenzia delle Entrate; dall’altro, si applica un’imposta sostitutiva modulata in base all’affidabilità fiscale del contribuente, misurata con gli indici ISA.

Più alto è il punteggio ISA, più basso sarà il costo del ravvedimento. Chi raggiunge il massimo, ovvero 10, vedrà aumentare la propria base imponibile solo del 5%, e pagherà un’imposta sostitutiva del 10%. Chi invece presenta un punteggio inferiore a 3, subirà un incremento del 50% e un’aliquota del 15%. A prescindere da tutto, l’importo minimo da versare è fissato in 1.000 euro. Per tutti, l’IRAP è applicata al 3,9%, ma con una riduzione del 30% per il 2020 e il 2021, in considerazione degli effetti della pandemia.

Il pagamento potrà avvenire in un’unica soluzione – tra il 1° gennaio e il 15 marzo 2026 – oppure in dieci rate mensili. Una scelta che punta a facilitare l’adesione anche da parte di chi non dispone subito delle risorse necessarie.

Ma il vero cuore della misura sta nello “scudo fiscale” che essa comporta. Chi perfezionerà il ravvedimento potrà contare su una protezione rafforzata nei confronti di controlli futuri: questi dovranno essere motivati e tracciabili, non più discrezionali. Un principio che, sulla carta, riduce il peso dell’incertezza fiscale e restituisce un po’ di serenità a chi lavora in proprio. Tuttavia, lo scudo non è incondizionato. Verrà meno nei casi di rinvio a giudizio, misure cautelari, dichiarazioni fraudolente o se il Concordato dovesse avere esito negativo.

Non mancano le critiche. L’economista Carlo Cottarelli ha parlato senza mezzi termini di “condono fiscale”, sottolineando che in molti casi lo Stato finisce per recuperare appena una minima parte delle somme dovute. Anche le opposizioni hanno attaccato il provvedimento. Per il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle si tratta di uno “schiaffo a chi paga le tasse regolarmente”.

Il Governo, però, difende la misura. Secondo le stime, il ravvedimento speciale potrebbe portare nelle casse pubbliche oltre un miliardo di euro, replicando quanto accaduto con l’edizione precedente. Non solo: lo strumento viene descritto come una leva per incentivare l’adesione al Concordato e per “ripulire” il magazzino fiscale, alleggerendo il contenzioso e spingendo verso una maggiore regolarità.

Per i titolari di Partita IVA, la questione va affrontata senza ideologia ma con concretezza. In molti casi, aderire al ravvedimento potrà significare chiudere il passato con costi contenuti, pianificare meglio il futuro e ridurre il rischio di controlli aggressivi. Naturalmente, è fondamentale farsi affiancare da un professionista di fiducia, valutare il proprio punteggio ISA, calcolare le eventuali imposte da versare e capire se – davvero – questa sanatoria conviene.

Il tempo c’è, ma non va sprecato. Il 30 settembre 2025 è meno lontano di quanto sembri.

Luisa Paratore
24/07/25
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