SALUTE E PREVENZIONE | RUBRICA A CURA DI LUISA PARATORE
Titolo:
Allenare la Vita – Il Potere Salvifico dello Sport Secondo la Scienza
(Autrice: Luisa Paratore)

In un’epoca in cui la sedentarietà si fa regola e la fretta dissolve ogni attenzione verso il corpo, la scienza ci restituisce un messaggio essenziale, forte e documentato: il movimento può salvare la vita.
Una maxi ricerca condotta dall’Università del Queensland e pubblicata nel British Journal of Sports Medicine ha analizzato i dati di 85 studi internazionali per un totale di oltre 8 milioni di soggetti coinvolti. I risultati non lasciano spazio a dubbi: chi pratica attività fisica con regolarità riduce fino al 40 % il rischio di morte prematura, soprattutto tra gli uomini. Ma il beneficio è trasversale, estendendosi anche alle donne, agli anziani e a chi inizia a muoversi in età avanzata.
Non servono imprese eroiche: bastano 150 minuti settimanali di esercizio moderato — una camminata a passo sostenuto, una sessione di cyclette o una nuotata rilassata — oppure 75 minuti di attività più intensa. Persino chi resta sotto queste soglie può trarre vantaggio. Secondo i ricercatori, chi abbandona la sedentarietà e adotta un minimo di movimento regolare, riduce il rischio di mortalità del 22 %, una percentuale che sale al 27 % se l’impegno cresce leggermente.
Il corpo umano risponde con gratitudine a ogni sollecitazione benefica. Migliorano la pressione arteriosa, il colesterolo buono (HDL), la glicemia e la sensibilità insulinica. A livello cerebrale si stimola la neurogenesi, si combattono ansia e depressione, si rallenta il declino cognitivo. Secondo The Lancet Global Health, l’esercizio fisico è il secondo fattore di prevenzione più importante contro le malattie croniche, subito dopo la cessazione del fumo.
Anche chi inizia tardi può raccogliere i frutti del proprio impegno. La cosiddetta “attività accumulata” ha effetti duraturi e misurabili. Il corpo, anche in là con gli anni, mantiene una sorprendente capacità di adattamento e rigenerazione. Non esiste una soglia anagrafica oltre la quale sia “troppo tardi” per iniziare.
Eppure, i dati italiani preoccupano. Secondo ISTAT (2024), oltre il 35 % degli adulti italiani non pratica alcuna attività fisica. Le donne, le fasce economicamente fragili e chi vive in aree urbane senza spazi verdi risentono maggiormente di questa carenza. Eppure, è proprio in questi contesti che lo sport può diventare leva sociale, educativa e culturale, oltre che terapeutica.
Lo sport, allora, non è tempo sottratto, ma vita guadagnata. È prevenzione concreta, educazione al rispetto del corpo, atto di cura e forma di autodeterminazione. È anche una scelta collettiva: promuoverlo vuol dire ridurre la spesa pubblica per cure mediche, allungare l’aspettativa di vita in buona salute, creare comunità più attive e resilienti.
Oggi la scienza ci dà strumenti. Tocca a noi fare il primo passo.
Perché il primo passo non salva solo la salute: salva il tempo. E, con esso, il futuro.
Muoviti, perché ogni battito conquistato è un giorno in più da vivere pienamente.
Fonti consultate:
– British Journal of Sports Medicine, luglio 2025
– AGI, 11 luglio 2025
– Gazzetta Active, 19 luglio 2025
– OMS, Guidelines on Physical Activity, 2020
– ISTAT, aggiornamento 2024
– The Lancet Global Health, 2023