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PAPA LEONE PREGA PER LA PACE - ETTORE LEMBO NEWS

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PAPA LEONE PREGA PER LA PACE

NEWS > AGOSTO 2025
Chi vuole la guerra mentre Papa Leone XIV prega per la pace?

“Venerdì scorso abbiamo accompagnato con la preghiera e con il digiuno i nostri fratelli e le nostre sorelle che soffrono a causa delle guerre. Torno oggi a rivolgere un forte appello sia alle parti implicate che alla comunità internazionale affinché si ponga termine al conflitto in Terra Santa, che tanto terrore, distruzione e morte ha causato. Supplico che siano liberati tutti gli ostaggi, si raggiunga un cessate-il-fuoco permanente, si faciliti l'ingresso sicuro degli aiuti umanitari e venga integralmente rispettato il diritto umanitario, in particolare l'obbligo di tutelare i civili e i divieti di punizione collettiva, di uso indiscriminato della forza e di spostamento forzato della popolazione. Mi associo alla Dichiarazione congiunta dei Patriarchi greco-ortodosso e latino di Gerusalemme, che ieri hanno chiesto di "porre fine a questa spirale di violenza, di porre fine alla guerra e di dare priorità al bene comune delle persone”: sono le parole pronunciate da Papa Leone XIV durante l’udienza generale di mercoledì 27 agosto in Vaticano.

Si tratta di parole accorate, seppure nello stile asciutto del nuovo pontefice, che non alza la voce, non lancia invettive, semmai sottolinea con un accento a volte solo un po’ più “caldo” ciò che gli sta veramente a cuore: in questo caso si tratta della tregua e di un accordo per Gaza. Ma lo stesso ha fatto e detto in più occasioni per l’Ucraina e per i tanti altri conflitti minori che insanguinano il mondo.

Papa Leone XIV, salito al soglio pontificio pochi mesi fa, ha posto la pace al centro della sua missione pastorale fin dal primo saluto ai fedeli in piazza San Pietro nel giorno della sua elezione.
In più occasioni ha ribadito che la pace non è solo assenza di guerra, ma una costruzione quotidiana fatta di giustizia, perdono e ricerca del bene comune. In questa prospettiva, i suoi appelli sulla situazione in Ucraina e in Medio Oriente si sono distinti per il loro tono accorato, la profondità spirituale e la concretezza delle proposte.

La guerra in Ucraina rappresenta una ferita aperta nel cuore dell’Europa: in particolare quella dell’Est ma con forti ripercussioni anche a Ovest, specie per i paesi confinanti con la Russia. Leone XIV ha da subito pronunciato parole di vicinanza e solidarietà tanto alle vittime quanto alle famiglie colpite, ai rifugiati e a tutta la popolazione in sofferenza. I suoi interventi si sono sempre rivolti sia alle leadership politiche che alle comunità locali, senza mai dimenticare il ruolo fondamentale delle Chiese cristiane nello scenario ucraino. A questo riguardo, Leone XIV ha invitato i credenti di tutte le confessioni a unirsi in preghiera per la pace. Ha più volte incoraggiato le autorità internazionali a promuovere negoziati sinceri e soluzioni diplomatiche, ribadendo che «nessun interesse strategico giustifica il sacrificio di vite innocenti».

Di fronte ai tentativi di favorire il dialogo verso la pace del presidente degli USA Donald Trump, Leone XIV ha mantenuto un atteggiamento aperto e possibilista, pur non negando le difficoltà che tale opera di mediazione possa giungere facilmente a dei risultati tangibili e duraturi.
Ciò che colpisce oggi rispetto ai due principali conflitti in corso è che, se da un lato ci sono figure come quella del Papa che lanciano ripetuti appelli a cercare in ogni modo la via del dialogo e dell’accordo, dall’altro lato emergano personalità e visioni politiche rivolte invece a mantenere in vita i conflitti e anzi ad accentuare il riarmo, in vista di un loro progressivo inasprimento.

Stiamo parlando della logica distorta, tipo quella espressa dai cosiddetti “volonterosi” (in particolare Francia, Regno Unito e Germania) secondo la quale non solo si può tranquillamente scavalcare il naturale strumento di difesa del quale dispongono i paesi occidentali: vale a dire la NATO. Ma addirittura, secondo cui occorrerebbe accelerare l’azione di riarmo europeo, come sta facendo la Germania in primis ma anche le due potenze nucleari (Francia e Gran Bretagna) per un invio di truppe in Ucraina. Questo evento minerebbe i tentativi difficili di dialogo con la Russia di Putin, tramutando nei fatti la guerra in Ucraina nel detonatore di un conflitto continentale se non addirittura globale. Sarebbe pensabile a quel punto che potenze quali la Cina e l’India, che al momento sono piuttosto esplicitamente vicine alla Russia, si possano schierare più apertamente con il loro alleato commerciale del momento, innescando un pericoloso precedente verso un conflitto di proporzioni catastrofiche.

Dobbiamo quindi auspicare da un lato che la figura di Papa Leone XIV possa mantenere e anzi accrescere il suo ruolo di voce spirituale che orienta il più possibile i contendenti a percorsi di dialogo e di rappacificazione. Dall’altro lato non possiamo se non augurarci che i “volonterosi” smettano di montarsi la testa, assumendo posture e ruoli che loro non competono e che nemmeno convengono, in quanto farebbero la figura di piccoli vasi di coccio in mezzo a robusti vasi di ferro. In una parola, speriamo che il nostro Governo sappia da un lato mantenere un equilibrio tra il dovere morale di assicurare all’Ucraina la sua possibilità di difendersi dall’aggressione russa. Ma sappia anche, dall’altro lato, realisticamente compiere ogni sforzo a fianco degli USA perché i due paesi in guerra arrivino a sedersi allo stesso tavolo. E lo stesso percorso dovrà essere attuato tra Israele e Hamas, per tramite del Qatar e degli altri stati arabi vicini ai terroristi palestinesi.  
Come credenti – ce lo ricorda spesso Papa Leone XIV – non possiamo che rivolgere preghiere al Dio della Pace. E’ l’unico che possa riuscire a cambiare i cuori dei “leader” prima che gli stessi si facciano prendere dalla tentazione del conflitto.

Luigi Crimella
Roma 29/08/2025
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