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CASALOTTI LAVORI NUOVO CENTRO ACCOGLIENZA - ETTORE LEMBO NEWS

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CASALOTTI LAVORI NUOVO CENTRO ACCOGLIENZA

NEWS > AGOSTO 2025
Roma / Casalotti –I lavori per il nuovo Centro Accoglienza, che sorgerà proprio a ridosso dell’Istituto Comprensivo 590 Boccea, sembrano già distinguersi, ancor prima di aprire i battenti, per un “dettaglio” non trascurabile: un enorme danno ambientale.

 
E mentre l’acqua sgorga copiosa, ACEA, con l’aria di chi ha ben altro a cui pensare, dorme sonni profondi: dopo oltre cinque ore, nessuno si è ancora degnato di intervenire.

La “supposta” estiva – che pure avrebbe potuto recare un minimo di sollievo – qui non porta refrigerio alcuno. La scena è quasi da cartolina grottesca: una grave dispersione d’acqua che, con fragore degno di una cascata alpina, invade via Boccea, trasformandola in un acquapark non richiesto e ben poco divertente, tra i disagi dei pedoni e i rischi tangibili per motociclisti e automobilisti.

Il Centro, a quanto pare, non nasce sotto i migliori auspici, benché sia palesemente “fortemente voluto” da qualcuno, sostenuto da quel tipico sistema di connivenze che in Italia conosciamo bene: l’omertà travestita da “muro di gomma”. Un sistema talmente rodato che i lavori sono stati avviati nel silenzio più assoluto, senza informare nessuno – meno che meno la cittadinanza – e nel periodo estivo, quando ogni attività si ferma. Ogni attività, tranne questa, che avanza con sorprendente celerità.

Eppure, nonostante la collaudata strategia del silenzio, il progetto è stato scoperto dalle “Mamma Orsa”, che immediatamente si sono attivate, informando i residenti. A quel punto il sistema ha reagito con il repertorio consueto: non rispondere alle mail, non farsi trovare, prendere tempo. Tanto, prima o poi, la gente si stanca. E i media nazionali, con il solito alibi del “problema locale”, nicchiano.

Poi è arrivata l’imprevista rottura di un grosso tubo della conduttura idrica – guarda caso proprio a causa dei lavori per il nuovo Centro Accoglienza, che sorgerà di fronte al primo già esistente, accanto all’Istituto Comprensivo 590 Boccea. E i residenti, a questo punto, sperano che questa volta il destino mandi un segnale: forse questa struttura, tanto voluta da qualcuno eppure avviata nel più incredibile silenzio, non nascerà sotto i buoni auspici. Il tutto, manco a dirlo, in pieno agosto, quando persino l’unica agenzia Unicredit di Boccea è chiusa per ferie… ma non, ovviamente, l’impresa incaricata dei lavori.

Alcuni abitanti della zona raccontano che non sarebbe nemmeno la prima volta: già in passato si sarebbe verificata una rottura di un tubo del gas. Non ci sono riscontri ufficiali, certo, ma diverse testimonianze lasciano intendere che il pericolo corso sia stato tutt’altro che lieve.

Ci lascia perplessi – o forse sarebbe meglio dire esterrefatti – anche il fatto che il cartello di cantiere, quello che dovrebbe riportare dati come inizio e fine lavori, autorizzazioni edilizie, concessioni e nomi dei responsabili, sia del tutto privo di indicazioni. Un eloquente vuoto che la dice lunga. Senza contare che parte del marciapiede è stata smantellata per creare l’ingresso dei mezzi: chiedersi se esista un’autorizzazione appare, a questo punto, più che legittimo.

La rottura del tubo, che probabilmente alimenta la Chiesa adiacente, il plesso destinato al nuovo Centro Accoglienza, l’Istituto Comprensivo 590 e il Centro già esistente, ha prodotto un fiume in piena. La pressione è talmente forte che l’acqua zampilla in superficie, visibile già dall’ingresso del primo Centro, per poi scendere sulla via Boccea come una cascata improvvisata, scavando il terreno ancora non messo in sicurezza e riversandosi sulla carreggiata.

Una quantità d’acqua così imponente da rendere pericolosa la circolazione: i pedoni vengono bagnati dalle auto di passaggio, i motociclisti rischiano seriamente di perdere il controllo, e il marciapiede, oltre che impraticabile, sembra trasformato in una passerella per aspiranti naufraghi.

Alle 10.30 di questa mattina è intervenuta la Polizia Municipale di Roma Capitale. Dopo aver constatato la situazione, ha contattato ACEA, responsabile della condotta, che avrebbe dovuto chiudere l’acqua per permettere i lavori di riparazione. Tutto inutile. Quando siamo tornati sul posto alle 14.00, nulla era cambiato: solo che la pattuglia dei Vigili Urbani non c’era più. Al suo posto, una pattuglia della Polizia di Stato e un’autopompa dei Vigili del Fuoco.

Abbiamo chiesto come fosse possibile che, dopo ore, nessuno fosse intervenuto per fermare l’enorme perdita. La risposta: la Polizia aveva nuovamente sollecitato ACEA, ma i Vigili del Fuoco, amareggiati, non potevano operare senza la chiusura della valvola centrale, poiché la pressione era eccessiva.

Abbiamo persino assistito al cambio turno tra la Polizia di Stato e una nuova pattuglia di Vigili di Roma Capitale, intorno alle 14.30. Anche loro, arrivando, hanno chiesto se ACEA fosse stata avvisata. La scena, tragicomica, non richiede commenti ulteriori.

E allora le domande sono inevitabili:
Com’è possibile che un Centro Accoglienza venga costruito in così breve tempo, con lavori strutturali avviati in pieno periodo feriale, senza che la cittadinanza sia minimamente informata? Perché l’Istituto Comprensivo non ha mosso un dito per tutelare i suoi oltre 1200 studenti?

Abbiamo tentato di parlare con la Dirigente scolastica, Ermenegilda Esposito, prossima alla pensione: assente. Il DSGA Teresa Di Stefano? “Impegnata fino a ora da destinarsi”. Torneremo. Sappiamo comunque che dal primo settembre arriverà la nuova reggente, Nadia Napolitano.

Come spesso accade, nessuno vuole parlare: ci si trincera dietro un “non so” che sa di déjà-vu, e che ricorda luoghi e tempi che pensavamo superati, ma che invece sono quotidiana attualità.

Noi torneremo anche domani per verificare la riparazione della condotta, sperando che qualcuno indichi finalmente i responsabili. Perché non può essere sempre e solo la cittadinanza a pagare.

Continueremo a seguire questo incredibile caso, invitando le Istituzioni – Stato, Regione, Comune di Roma, Municipio competente – a chiarire la posizione della filiera e a far luce sulle responsabilità di chi opera nei vari ministeri.

Sosterremo mediaticamente le “Mamma Orsa”, che hanno deciso di difendere i propri figli – e con essi il futuro della comunità – senza bandiere ideologiche o interessi di partito, ma unicamente per amore dei bambini. Come la vera Mamma Orsa, pronta a tutto pur di proteggere la sua prole, persino a combattere fino all’estremo.

Forse, noi umani dovremmo imparare davvero dal mondo animale, di cui – nonostante tutto – facciamo parte.

Ettore Lembo
Roma 26/08/2025
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