UN SILENZIO CHE GRIDA
NEWS > AGOSTO 2025
Un silenzio che grida: la vita spezzata di Tina

Montecorvino Rovella, piccolo centro nel cuore del Salernitano, oggi si è fermato. Le strade, solitamente animate dalla quotidianità di un paese che vive nella calma delle sue abitudini, si sono fatte improvvisamente silenziose, come se l’intera comunità fosse rimasta sospesa in un dolore collettivo. Nelle case, nei bar, nelle piazze non si parla d’altro: Tina non c’è più.
Assunta Sgarbini, per tutti “Tina”, aveva 47 anni e tre figli che erano la sua forza, il suo orgoglio, la sua ragione di vita. Era conosciuta come una donna solare, capace di regalare un sorriso a chiunque la incontrasse. Eppure, dietro quella luminosità, nessuno aveva intuito l’ombra che cresceva alle sue spalle.
Secondo le prime ricostruzioni, la sua vita si è spenta tra le mura di casa, strangolata al termine di un litigio con l’uomo che avrebbe dovuto esserle compagno. Christian Persico, 36 anni, è stato fermato poche ore dopo, trovato in paese mentre cercava invano di far perdere le sue tracce. Arrestato senza opporre resistenza, ora si trova di fronte all’accusa più grave: aver tolto la vita alla donna che diceva di amare.
Un amore malato, che di amore non aveva nulla. Un legame che, come purtroppo accade troppo spesso, nascondeva dietro facciate di normalità dinamiche di controllo, parole taglienti, isolamento. Quella violenza sottile che non lascia lividi visibili, ma scava dentro e uccide piano.
Il sindaco Martino D’Onofrio ha proclamato il lutto cittadino, annullando ogni festa, ogni evento. «Non avevamo mai ricevuto segnalazioni – ha dichiarato – ma oggi piangiamo una figlia della nostra comunità. Condanniamo con fermezza questo gesto brutale e ci stringiamo attorno alla sua famiglia». La sua voce ha tremato, come tremano le coscienze di tutti, perché è impossibile restare indifferenti.
Ma il dolore di Montecorvino Rovella non è un fatto isolato: si inserisce in un dramma che attraversa l’Italia intera. Nei primi sei mesi del 2025, quaranta donne sono state uccise in episodi di femminicidio. Una ogni cinque giorni. Gli omicidi in ambito familiare sono aumentati, le statistiche parlano chiaro, eppure sembrano non bastare a scuoterci davvero. Perché a ogni nome che si aggiunge a quell’elenco, il silenzio che resta intorno è ancora più assordante.
E allora la domanda ritorna, feroce: quante altre Tina dovranno morire prima che la società reagisca?
Esistono strumenti, vie d’uscita, possibilità concrete. Il numero 1522 è attivo giorno e notte per chiunque viva situazioni di violenza o stalking. In Italia, più di 88 centri antiviolenza della rete D.i.Re accolgono e sostengono donne, offrendo ascolto, protezione, supporto legale e psicologico. Anche in Campania ci sono strutture che ogni giorno, lontano dai riflettori, salvano vite. Ma troppo spesso le donne restano sole, schiacciate dal peso della paura, del giudizio, delle catene invisibili che le legano ai loro carnefici.
La storia di Tina non deve restare una riga di cronaca. Deve diventare un grido, un monito, un appello. Perché il “mostro” non è sempre l’uomo che picchia: a volte è quello che sorride agli altri, che appare impeccabile, che agli occhi del mondo è irreprensibile. Ma dentro le mura domestiche si trasforma in gabbia, in silenzio forzato, in catena che stringe ogni giorno di più.
È a questo volto subdolo della violenza che ho dedicato la mia canzone *“Perfetto Mostro”*. Oggi le sue parole risuonano come un requiem per Tina e per tutte le donne che hanno perso la vita così.
Luisa Paratore
Roma 24/08/2025